Persone che si occupano di persone: l’impegno di Azienda Feltrina per valorizzare il benessere dei propri collaboratori

Paolo Piazza, direttore dell’Azienda Feltrina per i Servizi alla Persona, racconta l’importanza di valorizzare il lavoro, l’impegno e i sacrifici del personale sanitario che ogni giorno si occupa delle persone anziane con amore e passione

Mai come negli ultimi due anni, a causa della pandemia, si è sentito ancora più forte il dovere di tutelare le persone anziane, cercando di proteggerle in ogni modo dal rischio di contagio. E l’impegno che tutto il personale sanitario ha dedicato e dedica quotidianamente a queste persone è da valorizzare: per questo Azienda Feltrina dà grande importanza al benessere psicologico dei propri collaboratori e, con il percorso Family Audit, ha deciso di mettere in campo una serie di iniziative per armonizzare gli orari di lavoro, perché stare bene in famiglia significa anche stare bene al lavoro. 

Quali sono quindi le azioni che Azienda Feltrina intende mettere in campo? Ce lo racconta il direttore Paolo Piazza nell’intervista di seguito. 

Si riesce già a riscontrare un incremento del benessere sul luogo di lavoro e un maggior coinvolgimento da parte dei lavoratori in questi primi mesi di attività della certificazione?

Direi proprio proprio di sì, nel senso che il percorso di certificazione Family Audit ci ha portato a riflettere sulle strategie e sui modi per poter migliorare il benessere dei nostri lavoratori anche nei confronti delle loro famiglie. Mi preme precisare che siamo in un momento non facilissimo per le nostre strutture: Azienda Feltrina è infatti un’azienda che si occupa di servizi alla persona, agli anziani non autosufficienti e in questi due anni abbiamo dovuto lottare contro il Covid, che ha inciso non solo sulla salute delle persone accolte nelle nostre strutture, ma anche sulla psiche e sul benessere psicologico dei lavoratori a stretto contatto con loro. 

Per questo riflettere su come poter migliorare il loro stato e il loro benessere grazie a questo percorso di certificazione ci ha portato a pensare e a introdurre delle azioni anche molto semplici, come ad esempio creare degli spazi di relax dove le persone possono prendersi un caffè. 

Un altro aspetto importante è che ci siamo dati da fare per poter dare e comunicare delle informazioni chiare anche ai lavoratori: non solo informazioni relative al modo di comportarsi nel caso di un contagio o nell’uso delle mascherine FFP2, ma anche cercando di capire qual era il loro vissuto, se avevano dei problemi, se c’era qualcosa che potevamo fare per potere in qualche maniera aiutare o dare delle risposte nell’immediato che potessero semplificare il loro lavoro, cercando di venire incontro con gli orari per far sì che la persona potesse rientrare a casa. Non sempre è possibile perché l’assistenza ha delle regole di turnistica che devono essere rispettate però abbiamo cercato di dare queste risposte, grazie anche le azioni che sono emerse attraverso questo percorso di certificazione.

Qual è stato il coinvolgimento dei lavoratori durante la certificazione?

Da noi la persona che lavora nei servizi rappresenta un capitale enorme, tenete conto che le strutture per anziani hanno un’alta percentuale di personale: sono persone che si occupano di persone. Il loro benessere psicofisico è anche indice della qualità del servizio, perché se la persona sta bene, sta bene anche con l’altro. Se invece la persona è stressata o ha difficoltà nel vivere questo momento trasmette questo suo malessere anche sulla persona assistita. Attraverso questo percorso cerchiamo quindi di individuare i punti prioritari per poter intervenire sul benessere e sul miglioramento della condizione delle persone che lavorano nel servizio.

Qual è l’obiettivo successivo arrivati a questo punto del progetto?

Sicuramente a brevissimo termine vogliamo lavorare sull’ambiente, sul benessere psicologico, sulla tranquillità sul luogo di lavoro e sulla sicurezza, e stiamo ragionando sul percorso di welfare sanitario per dare la possibilità ai lavoratori di accedere a misure agevolate di visite sanitarie. 

Sul lungo periodo invece vorremmo armonizzare gli orari di lavoro con le esigenze familiari: bisogna tenere conto che nei nostri servizi la maggior parte è personale femminile con figli e quindi riuscire a conciliare queste due cose per noi è fondamentale, perché se una persona vive bene in famiglia vive bene anche da noi. 

Guarda l’intervista completa

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